Ad ognuno di noi, in circostanze o fasi (la perdita di una persona, del lavoro, un divorzio, un insuccesso, ecc.), può succedere di sentirsi depresso, triste, un senso di vuoto nella propria vita, tutto si tinge di nero. Anche la nascita di un figlio, evento positivo, può provocare una reazione depressiva.
Lo stato depressivo, che può durare anche per un certo periodo, non corrisponde di per sé alla presenza di un disturbo depressivo di personalità, che invece riguarda una tendenza stabile a vedersi in un certo modo, una condizione personale in cui sentimenti di colpa, inferiorità e inadeguatezza sono costanti.
Nei casi più acuti, di crisi, la depressione può portare anche a gravi rinunce esistenziali (abbandono della cura di sé e degli altri, delle attività lavorative ecc.), fino al suicidio, indice di un malessere profondo, una perdita di senso del proprio stare al mondo.
Cosa porta una persona ad essere depressa, come mai per stare al mondo tende a porsi come insufficiente, non abbastanza, e anche se si sforza di raggiungere uno scopo non ne sarà convinta e contenta? Perché il mal di vivere?
Un’ipotesi per la sofferenza depressiva è di aver costruito nel tempo, fin da piccoli, il legame affettivo con gli altri in risposta a richieste avvertite così critiche e aggressive o al contrario indulgenti, da mettere da parte la propria rabbia e delusione, pur di non toccare il rapporto, per paura di perderlo o ‘rovinarlo’. L’altro, è percepito esigente, rabbioso e deludente, o al contrario talmente indulgente, da dover essere inconsciamente ‘salvato’, non toccato, assumendo su di sé la colpa di non poter ottenere altro, non poter fare di più, essere incapaci.
Una variante della dinamica depressiva, con cui può alternarsi ciclicamente, è la tendenza maniacale, dove, apparentemente, delusione e rabbia per la relazione subita, vengono superati con atteggiamenti vigorosi, euforici, fino all’eccesso, destinati però a scemare e a lasciare il posto all’altra parte, depressiva.
Con la psicoterapia si porrà l’attenzione agli aspetti bloccati e bloccanti che la depressione comporta, per cercare di cogliere e stimolare aspetti evolutivi a partire dalle domande inespresse e racchiuse nello stesso disturbo. Forse la domanda principale nella depressione non è perché non sto bene ma perché sto così.